In sintesi
- 🐅 Sandokan
- 📺 Rai 4K, ore 21:30
- 🗺️ Serie evento che reinterpreta il mito di Sandokan in chiave contemporanea, raccontando la crescita del protagonista tra avventura, politica, alleanze e tradimenti, con una produzione spettacolare e un cast internazionale. Il finale di stagione promette emozioni, colpi di scena e un impatto visivo sorprendente.
Sandokan, Can Yaman, Ed Westwick, Rai 4K e il gran finale della serie evento Lux Vide tornano stasera per un appuntamento che profuma di mito, avventura e nostalgia salgariana. E per chi ha un TV 4K, l’esperienza sarà ancora più immersiva: gli episodi 7 e 8, “Morte di un pirata” e “Il prezzo della riscossa”, chiudono la prima stagione con uno dei climax più attesi della TV italiana del 2025.
Cosa ci aspetta negli episodi finali di Sandokan in onda stasera
La versione 2024-2025 di Sandokan, diretta da Jan Maria Michelini e Nicola Abbatangelo, ha scelto un taglio contemporary-epico, trasformando il romanzo d’avventura salgariano in un percorso di crescita e identità. Stasera il racconto entra nel suo momento più incandescente: Sandokan è faccia a faccia con il Sultano, Marianna deve affrontare suo padre e il peso del legame con Brooke, e Yanez, interpretato con ironia e malinconia da Alessandro Preziosi, si trova davanti a un bivio che mette a nudo il cuore del personaggio.
È il tipo di finale che i fan speravano: alleanze inattese, tradimenti da manuale e una battaglia che costruisce, pezzo per pezzo, la leggenda della Tigre della Malesia. Perché sì, questo non è ancora il Sandokan che conosciamo: è il suo “coming of age” eroico.
Un finale di Sandokan che parla al pubblico di oggi
Uno dei motivi per cui questa nuova versione ha funzionato (oltre al carisma di Can Yaman, ormai magnete d’ascolti) è l’aver evitato la trappola del remake nostalgico. La serie non prova a rifare Kabir Bedi, ma a spiegare come Sandokan sia diventato Sandokan. Una scelta audace, che ha diviso la critica ma ha conquistato il pubblico con ascolti quasi da evento: 6 milioni all’esordio e una media stabile che ha convinto subito Rai Fiction a confermare la seconda stagione.
Dal punto di vista nerd-televisivo, ci sono almeno due elementi affascinanti:
- la costruzione del worldbuilding con l’uso massiccio di virtual production, un ibrido italiano fra The Mandalorian e un kolossal classico;
- la reintroduzione dell’avventuriero James Brooke come antagonista con un’influenza storica reale, interpretato da Ed Westwick con un’energia molto più dark rispetto alle versioni precedenti;
- produzione imponente;
- cast internazionale;
- impatto sui social e ascolti solidi;
- un finale carico di tensione e pathos.
La serie, pur prendendosi libertà evidenti rispetto ai romanzi, fa emergere la radice politica del mondo salgariano: lo scontro fra colonialismo britannico e popoli indigeni. In questo finale si percepisce nettamente: Sandokan smette di essere solo un pirata romantico e accetta la responsabilità di combattere per un’intera nazione. È il momento in cui il personaggio, finalmente, si allinea alla figura epica che i lettori conoscono da più di un secolo.
Il punto forte: l’evoluzione dei personaggi
Se c’è un aspetto davvero interessante di questi due episodi è lo spazio dato ai personaggi secondari. Marianna, per esempio, smette di essere soltanto la Perla di Labuan e affronta il conflitto fra origine inglese e verità storica del Borneo. Yanez entra nella sua identità futura: meno missionario, più compagno di avventure. Brooke, invece, alza ulteriormente la posta in gioco: non è solo un rivale amoroso, ma un uomo affamato di potere disposto a riscrivere la geografia politica della regione.
La direzione recitativa di Michelini e Abbatangelo punta molto sulle sfumature emotive di queste scelte, ricordando più una serie internazionale che un classico prodotto seriale italiano.
Una produzione di Sandokan che ha già lasciato il segno
Girato quasi interamente in Italia ma con scenografie ed effetti digitali da blockbuster, Sandokan ha riportato l’avventura televisiva al centro della scena. E non solo. A livello culturale, ha riacceso l’interesse per l’immaginario salgariano e per quella stagione della TV italiana in cui i romanzi popolari diventavano fenomeni nazionali.
Per molti spettatori nati dopo gli anni ’90, Sandokan non era un mito vissuto in diretta: questa serie ha colmato quel vuoto, introducendo un’icona pop a una nuova generazione. È un passaggio di consegne interessante anche per il fandom: dal “Sandokan!” urlato da Kabir Bedi nel 1976 alla versione più introspettiva e atletica di Yaman, il personaggio si reinventa senza tradirsi.
Qualche purista salgariano potrà obiettare su scelte narrative più libere del previsto, ma è difficile negare che questa operazione abbia rimesso in circolo un immaginario che rischiava di restare confinato nelle teche televisive.
Perché vale la pena vedere Sandokan stasera
Gli episodi 7 e 8 non sono solo il finale di stagione: sono il momento in cui la serie dichiara la propria identità. L’avventura incontra la politica, l’amore proibito diventa scelta consapevole e la leggenda comincia davvero. E se guardati in 4K, con il mare digitale che luccica e la giungla ricreata nei ledwall di Formello, l’impatto visivo è sorprendente.
Se ami le storie epiche, i classici reinventati e le serie che sanno unire spettacolo e sentimento, stasera—16 dicembre 2025, alle 21.30 su Rai 4K—Sandokan merita assolutamente il tuo tempo. È un finale che chiude un cerchio e ne apre un altro, con la promessa di un futuro ancora più avventuroso nella seconda stagione già confermata.
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