Le mensole piene fino all’orlo possono sembrare un problema di spazio, ma nella stagione fredda diventano un ostacolo molto più insidioso. Accumulare oggetti contro le pareti esterne, specialmente dietro librerie o scaffali a muro, altera il normale flusso dell’aria calda nella stanza e crea vere e proprie sacche di freddo. Questo fenomeno si inserisce in un contesto più ampio di inefficienza energetica domestica che riguarda la gestione del calore negli ambienti chiusi, e tutto parte da un gesto che sembra innocuo: stipare libri o scatole contro il muro.
Quando parliamo di dispersione termica nelle abitazioni, spesso ci concentriamo sui grandi interventi: cappotti termici, infissi performanti, caldaie di ultima generazione. Tuttavia, esistono piccoli comportamenti quotidiani che possono influenzare il microclima domestico in modi sorprendenti. L’accumulo di oggetti contro superfici fredde rappresenta uno di questi aspetti trascurati, una variabile che incide concretamente sulla percezione del comfort e sul funzionamento degli impianti di riscaldamento.
In un ambiente chiuso, l’aria calda tende a salire
L’aria calda tende a salire, raffreddarsi vicino alle pareti esterne e poi scendere. Questo movimento continuo, chiamato convezione naturale, è fondamentale per mantenere una temperatura uniforme all’interno di una stanza. Ma quando questo ciclo viene interrotto o rallentato, l’intera dinamica si altera. Una mensola appoggiata a una parete esterna, soprattutto se piena di oggetti, può potenzialmente bloccare la circolazione dell’aria intorno al muro.
Il calore prodotto dal termosifone fatica a raggiungere la superficie fredda per compensare la perdita di temperatura verso l’esterno. Nel tempo, dietro a quei mobili potrebbero formarsi aree dove l’aria ristagna e rimane più fredda e umida rispetto al resto dell’ambiente. I materiali porosi come carta, stoffa e cartone – comuni negli oggetti che si tengono in quelle mensole – possono assorbire l’umidità che si condensa sulle pareti fredde, aumentando il rischio di muffa e rendendo più difficile riscaldare l’ambiente circostante.
Nelle case con isolamento non perfetto, questo semplice accumulo può contribuire ad aumentare la dispersione termica attraverso il muro, soprattutto in presenza dei cosiddetti ponti termici: punti della struttura che trasmettono più facilmente il freddo esterno all’interno. Secondo le analisi condotte nel settore dell’efficienza energetica degli edifici, le pareti esterne non adeguatamente isolate possono essere responsabili di una quota significativa delle dispersioni termiche totali di un’abitazione, con percentuali che in alcuni casi raggiungono anche il 30-40% delle perdite complessive.
Come gli oggetti interferiscono con il bilancio energetico
Concentrarsi solo sulla caldaia o sui serramenti quando si vuole migliorare l’efficienza energetica non basta. Il comportamento termico di una stanza dipende anche da come viene arredato e organizzato lo spazio. Le mensole colme di oggetti – soprattutto se fissate su pareti non interne – possono aumentare la resistenza al passaggio del calore tra l’aria ambiente e le superfici perimetrali, fungendo da barriera fra l’aria più calda della stanza e le pareti fredde dell’involucro edilizio.
Quando quel calore non raggiunge efficacemente i punti più freddi, la parete mantiene temperature più basse e potrebbe trasferire più energia verso l’esterno. Di conseguenza, il termosifone potrebbe dover lavorare più a lungo per compensare la perdita di calore, con un impatto sui consumi che varia in base a numerosi fattori: qualità dell’isolamento, temperatura esterna, dimensioni dell’ambiente, potenza dell’impianto. La temperatura percepita nella stanza potrebbe risultare più bassa rispetto al valore indicato sul termostato, creando quella sensazione di freddo localizzato che spesso non trova spiegazione nei valori misurati.
L’umidità potrebbe aumentare nelle zone fredde e schermate, creando i presupposti per la formazione di muffe e deterioramenti. Questo aspetto è particolarmente critico perché la presenza di muffa non rappresenta solo un problema estetico, ma anche un rischio per la salute degli occupanti e per l’integrità strutturale delle superfici. Il comfort termico complessivo potrebbe risultare compromesso, con zone di freddo localizzato che si fanno sentire poco dopo aver spento o ridotto il riscaldamento.
Riordinare le mensole: soluzioni pratiche e immediate
La buona notizia è che non servono interventi strutturali complessi per affrontare questa potenziale fonte di inefficienza. Riorganizzare le mensole e modificarne minimamente la disposizione può contribuire a migliorare il comportamento termico della stanza. Lasciare almeno 5 centimetri tra il retro degli oggetti e la parete permette all’aria di circolare, anche se limitatamente, riducendo il ristagno e facilitando uno scambio termico con la superficie muraria.

Preferire mensole aperte al fondo piuttosto che chiuse favorisce una migliore ventilazione posteriore e riduce l’effetto barriera. Posizionare volumi e oggetti più voluminosi sulle pareti interne, quelle che non danno verso l’esterno, è una scelta strategica che limita l’interferenza con le zone termicamente più critiche dell’abitazione. Eliminare ogni oggetto in tessuto o carta non strettamente necessario dalle zone a ridosso delle pareti esterne riduce la presenza di materiali igroscopici che possono assorbire e trattenere umidità .
Un altro accorgimento utile è effettuare una rotazione periodica degli oggetti: spostare stagionalmente i libri o gli accessori su pareti diverse aiuta a mantenere più traspiranti le superfici e a monitorare l’eventuale comparsa di segni di muffa o punti umidi che potrebbero altrimenti passare inosservati per lunghi periodi.
Dove conviene installare le mensole
Non tutti i muri sono uguali dal punto di vista termico, e questa differenza dovrebbe guidare le scelte di arredamento. Le zone generalmente più indicate per installare mensole cariche di oggetti sono quelle che presentano minori criticità dal punto di vista della dispersione termica. Pareti contigue a locali interni, come quella tra soggiorno e studio o tra camera e corridoio, non danno verso l’esterno e quindi non sono soggette allo stesso carico termico delle pareti perimetrali.
Muri vicini alle fonti di calore, ma non in diretto contatto con radiatori o bocchette di ventilazione, possono ospitare scaffalature senza interferire in modo significativo con la distribuzione del calore. Spazi sopra la linea della testa, installazioni alte che non influenzano il flusso dell’aria calda naturale nella zona di permanenza delle persone, rappresentano soluzioni che sfruttano volumetrie altrimenti inutilizzate.
Al contrario, le scaffalature non dovrebbero essere installate sopra ai termosifoni, dove potrebbero ostacolare il naturale movimento ascensionale dell’aria calda, riducendo l’efficacia della distribuzione del calore negli impianti tradizionali. Sulle pareti rivolte verso nord, particolarmente nei locali semi-interrati o al piano terra, l’accumulo di oggetti contro la superficie fredda dovrebbe essere minimizzato, privilegiando soluzioni di stoccaggio alternative.
Un test semplice da fare a casa
Un modo semplice per evidenziare eventuali anomalie termiche consiste nell’utilizzare un termometro comune, posizionandolo dietro una mensola carica per un periodo di 24 ore. Confrontando la temperatura rilevata con quella dell’ambiente circostante, misurata contemporaneamente in un punto rappresentativo della stanza, si possono notare eventuali differenze significative. Un’altra opzione consiste nell’utilizzare pellicole termosensibili adesive disponibili online: questi materiali cambiano colore in base alla temperatura della superficie su cui sono applicati, permettendo di visualizzare le zone più fredde in modo intuitivo e immediato.
Se la differenza di temperatura tra la zona dietro la mensola e il resto della stanza supera valori significativi, può essere opportuno intervenire con una riorganizzazione degli spazi. Non solo per un potenziale risparmio energetico, ma soprattutto per prevenire fenomeni di condensa e possibili danni alle superfici nella stagione fredda, quando gli sbalzi termici tra interno ed esterno sono più marcati.
Nel contesto attuale di attenzione crescente al risparmio energetico, trascurare l’interazione fra arredo e microclima rappresenta un’occasione persa per ottimizzare le condizioni abitative. Correggere questi dettagli non significa rinunciare allo spazio di stoccaggio, ma semplicemente riconfigurare in modo più intelligente la disposizione degli oggetti, favorendo il flusso dell’aria e mantenendo più asciutte le superfici critiche. Meno ostacoli alla circolazione naturale del calore, minore rischio di formazione di condensa e muffa, maggiore durata dei materiali: benefici che vanno oltre il semplice risparmio in bolletta.
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