Le visite dei nipoti dovrebbero rappresentare momenti di gioia e condivisione, eppure molte nonne si trovano a gestire scenari complessi dove la gelosia e la competizione tra fratelli o cugini trasformano gli incontri familiari in veri e propri campi di battaglia emotivi. Questa dinamica, più comune di quanto si pensi, richiede strategie educative raffinate che vadano oltre le soluzioni immediate e superficiali.
Comprendere le radici della rivalità tra nipoti
La gelosia tra bambini che si contendono l’affetto dei nonni non nasce dal nulla. Secondo gli studi di psicologia dello sviluppo, i bambini tra i 3 e gli 8 anni attraversano una fase in cui cercano costantemente conferme sul proprio valore attraverso l’attenzione degli adulti significativi. Quando più nipoti si trovano nello stesso spazio, l’istinto naturale li porta a misurare quanto sono amati rispetto agli altri.
Le nonne rappresentano figure particolarmente ambite perché incarnano un amore incondizionato, spesso meno normativo rispetto a quello genitoriale. Questa posizione privilegiata, però, può trasformarsi in un palcoscenico dove i bambini mettono in scena le proprie insicurezze affettive.
L’errore dell’equità assoluta
Il primo impulso di molte nonne è cercare una perfetta equità: stesso tempo con ciascuno, regali identici, attenzioni misurate al cronometro. Questa strategia, apparentemente logica, si rivela controproducente perché rafforza proprio il meccanismo di confronto che si vorrebbe eliminare.
I bambini non hanno bisogno di trattamenti identici, ma di sentirsi speciali in modo unico. La ricerca nel campo della psicologia familiare dimostra che i bambini percepiscono come più autentico un affetto personalizzato piuttosto che uniformemente distribuito.
Creare rituali individuali significativi
Una strategia efficace consiste nello stabilire piccoli rituali esclusivi con ciascun nipote, basati sulle loro passioni individuali. Con Matteo, appassionato di insetti, la nonna può dedicare venti minuti a osservare gli abitanti del giardino. Con Sofia, che ama le storie, può instaurare l’abitudine di inventare insieme racconti fantastici prima della merenda.
Questi momenti non devono necessariamente avere la stessa durata o frequenza: ciò che conta è la qualità dell’attenzione e la sensazione, per ogni bambino, di avere uno spazio proprio nell’universo affettivo della nonna.
Trasformare la rivalità in cooperazione
Invece di negare la competizione, è possibile reindirizzarla verso obiettivi collaborativi. Proporre ai nipoti sfide che richiedono cooperazione per essere superate crea un’alleanza che sostituisce la rivalità: preparare insieme una torta per il nonno, costruire una capanna con le coperte, organizzare uno spettacolo per i genitori.
Durante queste attività, la nonna può valorizzare i contributi specifici di ciascuno: “Luca, la tua idea delle luci colorate è geniale! E Sara, la tua voce per narrare la storia è perfetta”. Questo approccio insegna che l’attenzione non è una risorsa scarsa da contendersi, ma qualcosa che si moltiplica nella condivisione.

Il linguaggio che disinnesca la gelosia
Le parole delle nonne hanno un peso enorme nell’alimentare o ridurre la competizione. Frasi come “Sei il mio nipote preferito” o “Ti voglio più bene di tutti”, anche dette scherzosamente a ciascuno in privato, instillano il seme del dubbio e del confronto.
Risulta più efficace un linguaggio che celebra l’unicità: “Adoro il modo in cui tu osservi il mondo”, “Nessuno mi fa ridere come te”, “Quando sei qui, la casa si riempie della tua energia speciale”. Queste affermazioni non invitano al paragone perché riconoscono caratteristiche incomparabili.
Gestire i momenti di crisi
Quando scoppia un litigio per conquistare l’attenzione della nonna, la reazione istintiva di molte è intervenire immediatamente per placare o giudicare. Una strategia alternativa prevede di verbalizzare le emozioni senza colpevolizzare: “Vedo che entrambi volete stare con me proprio adesso. Capisco quanto sia difficile aspettare quando si desidera qualcosa molto”.
Questo approccio, ispirato alla comunicazione empatica, riconosce i bisogni di tutti senza entrare nel merito di chi abbia ragione, evitando di alimentare ulteriormente la competizione per ottenere il ruolo di vittima o preferito.
Coinvolgere i genitori nel progetto educativo
La gestione della gelosia tra nipoti non può essere responsabilità esclusiva della nonna. Un dialogo aperto con i genitori permette di comprendere dinamiche che si originano anche al di fuori delle visite: un figlio che vive una fase di insicurezza, un cambiamento familiare recente, gelosie già presenti tra fratelli.
Questa collaborazione consente di adottare strategie coerenti e di non trovarsi a dover compensare squilibri che hanno radici altrove. Le nonne possono offrire uno sguardo esterno prezioso, notando aspetti che ai genitori, immersi nel quotidiano, potrebbero sfuggire.
Il regalo dell’attenzione presente
Paradossalmente, i bambini litigano meno per l’attenzione quando questa viene offerta in modo totalmente presente, anche per brevi periodi. Dieci minuti di gioco condiviso senza distrazioni valgono più di un’ora passata insieme mentre la nonna controlla il telefono o pensa ad altro.
La qualità della presenza comunica ai nipoti che sono importanti, riducendo il bisogno di performare la propria sofferenza o cattiveria per ottenere attenzione. I bambini hanno antenne finissime per percepire quando un adulto è veramente con loro, corpo e mente.
Gestire la gelosia tra nipoti rappresenta un’opportunità educativa preziosa: insegna ai bambini che l’amore non si sottrae dividendolo, che ciascuno ha un valore unico non paragonabile, e che le relazioni si nutrono di presenza autentica più che di distribuzione meccanica di tempo e risorse. Per le nonne, questo richiede creatività, pazienza e la capacità di vedere oltre i comportamenti superficiali le richieste d’amore che vi si nascondono.
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